LAURA TANGORRA
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solo una parentesi




Il libro
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IL LIBRO

La presentazione

Non avrei mai pensato di arrivare davvero fin qui, quando dissi ai miei amici che avevo deciso di scrivere un libro.
Eravamo al mare, l’estate scorsa, e con la macchina setacciavamo gli angoli più nascosti dell’isola d’Elba ascoltando la musica. I mille colori del cielo che si tuffavano nell’acqua mi davano serenità e mi chiedevo come potessi provare un tale stato d’animo, dopo quello che mi era capitato.
Doveva esserci qualcosa di più forte della paura. Volevo capire cosa fosse e nella mente si affollavano immagini, persone, sensazioni che non riuscivo a raccontare, ma che volevo fermare nella memoria.
Decisi, allora, di scrivere.
Credo quindi di avere iniziato soltanto per me stessa, per un mio bisogno.
Un bisogno incontenibile di fare ordine nei miei pensieri, e la carta è brava ad ascoltare chi non può parlare.
Queste pagine raccontano una vita normale, una storia come tante, che l’incontro con la malattia fa risplendere di una luce nuova, di nuovi riflessi.
Quando la propria vita scivola tra le mani, niente di ciò che abbiamo sembra scontato ed ogni cosa acquista più valore.
E’ strano. Qualche volta la luce si spegne all’improvviso e ci si accorge che gli occhi vedono più di prima.
Condividere i miei pensieri con voi è un po’ come prestarvi per un attimo i miei occhi, per dare un senso nuovo ad ogni attimo vissuto.
Confesso di non essere una persona molto dedita alla lettura, ma quando m’immergo tra le pagine di un libro, ciò che gli chiedo è di trasmettermi emozioni, di lasciarmi qualche immagine da ricordare e pensieri su cui rimuginare. Per questo mi piacerebbe poter lasciare un alone di emozioni positive a chi mi leggerà. Da cercare tra le righe, forse, ma mentre io scrivevo, davanti al mio computer, le sentivo.
Non lo nascondo, ho pianto anche, e riso a crepapelle mentre fermavo i miei ricordi, ma la voce che non taceva mai era quella della speranza. Era lei a dettarmi le parole.
Adesso vedermi lì, stampata e rilegata, mi fa quasi paura perché quella che tutti terrete tra le mani, non è soltanto carta: sono io.
Ma in realtà sono felice, perché un dolore chiuso in se stesso non trova senso.
Solo il condividerlo può dargli significato.